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Una violenta denuncia del razzismo della società americana, carica di introspezione e ricordi autobiografici, che danno a questo saggio il tono di una cantata per il popolo nero e un valore letterario ancora intatto. Come ha scritto il critico F.W. Dupee: "Non può dirsi che il punto di vista di Baldwin sia quello generico di un negro qualunque, ma piuttosto di un negro altamente qualificato a parlare e a esprimersi, per di più, con eleganza di forma e in una prosa contraddistinta da chiarezza e concisione. Nei suoi crudeli paradossi sulla vita dei negri, sui loro rapporti con gli ebrei e sui fallimenti dei cristiani, Baldwin non ha eguali. Perché ci riporta ad una realtà 'fastidiosa', una realtà che noi bianchi ogni giorno cerchiamo di dimenticare."